La qualità attualizzata dei nostri vini negli ultimi venti anni non ha eguali nella storia della produzione agricola italiana del dopoguerra. In detto periodo in pressocché tutte le aree vinicole si è attuato un radicale processo di ristrutturazione e di riconversione teso alla valorizzazione dei vitigni autoctoni tradizionali, alla razionalizzazione ed alla modernizzazione dei sistemi e delle strutture utili alla trasformazione. Oggi un'azienda agricola piccola a piacere gestisce in modo economico e diretto l'intera filiera produttiva fase per fase. La diffusa disponibilità di tecnica moderna, il fattore esaltante la naturalità essenziale del prodotto. Ciò che sta consentendo al territorio di tornare a brillare, al comparto di decollare, all'immenso patrimonio vinicolo italiano di distinguersi in varietà, unicità, pregio intrinseco d'assoluto standard mondiale. Alla base di questa virtuosa rivoluzione, un miracolo semplice quanto puro: l'abbandono della nefanda pratica della quantità, la totale adesione, l'indefessa pratica della qualità con l'assoluto riconoscimento del merito di questa.
Qualità che è bellezza: magnifici i siti e le aziende ove nostri capolavori dell'enologia vengono prodotti. Li si visiti: vi si coglierà l'immaginifica bellezza della natura in Italia, la sua ancora integra, verde, lussureggiante apparenza. Vi si coglierà la luminosa purezza dell'aria, la calda solarità del clima, il tepore del nostro mare, l'umiltà, la storia, la cultura, la tradizione, l'amore della gente italiana per la sua terra. I vigneti ad esempio: verdi salotti pettinati a cielo aperto. E gli uomini che l'agroalimentare italiano producono: energetici e vivi coacervi di conoscenza tecnica e d'umana passione.
Una bellezza come si è detto prodotta dalla qualità: per produrre valore nell'alimentare occorre anzitutto qualificare la natura, ottimizzare le strutture del luogo ove la materia prima è ottenuta. Ciò avviene preservando le caratteristiche ambientali esclusive del sito, qualificando le modalità di coltura e le infrastrutture tecnologico-immobiliari previste dall'eventuale trasformazione. Solo un centro produttivo dai fattori agronomici e tecnici perfetto può produrre un alimento di qualità analitica così alta da risultare universalmente piacevole. Per questo le aziende ed i siti ove i nostri capolavori dell'agroalimentare vengono prodotti sono magnifici.
Grazie allora ai produttori, per aver rischiato, osato, alacremente operato, per aver così profondamente riqualificato il paesaggio e l'ambiente. C'è infatti da chiedersi cosa sarebbe stato di quei luoghi e di quelle terre ove non protetti dalla loro storica e naturale vocazionalità viticola.
Per quanto fin qui esposto allora, poche altre attività recano accrescimento e piacere come il turismo enogastronomico. Sempre più in voga fra gli italiani, da sempre praticato dagli stranieri. Agli stranieri per questo occorre essere profondamente grati: in momenti di scarsa domanda, di scarsa sensibilità interna alla qualità, sono stati proprio i buoni corsi dell'export, i flussi turistici internazionali, ad evitare l'oblio e la deriva qualitativa di luoghi e prodotti oggi celebrati e affermati.
Ed in futuro crescerà e si diffonderà ancora il turismo enogastronomico in Italia: nessun altro prodotto del Made in Italy come il cibo od il vino è infatti capace, una volta contattato, ovunque nel mondo, di indurre il desiderio di visitare il luogo ove è ottenuto. Sono i prodotti dell'agroalimentare italiano che più d'gni altro - universalmente - rivelano qualità tali da motivare fortemente la diretta conoscenza del loro luogo di provenienza.
Una risorsa, il patrimonio ed il turismo enogastronomico che in alcune zone d'Italia particolarmente dotate e storicamente consapevoli significa già: identificazione culturale, sviluppo economico e sociale, conservazione ed ottimizzazione ambientale. Una risorsa che si traduce in sintesi in un profondo e diffuso miglioramento della qualità della vita, sia da parte di chi ne è l'attore, sia da parte di chi ne usufruisce. In nessun altro modo si compenetra e si gode più un vino che visitando i luoghi in cui è nato, conoscendo la scena naturale, l'umanità e la gastronomia dei luoghi di produzione.
Proprio per agevolare la pratica dell'enoturismo, diverse le strutture e le infrastrutture ricettive sorte nelle zone produttive più importanti; diverse le agenzie di viaggio, le istituzioni e le società specializzate nella composizione di itinerari e di pacchetti "enoturistici" mirati.
Numerose poi le aziende produttrici di vino che hanno allestito al proprio interno strutture ricettive e/o di agriturismo per l'accoglienza e/o per il ristoro del pubblico. Vicino alle più importanti aziende vinicole, numerosi gli alberghi, i ristoranti, le enoteche e gli esercizi gastronomici in cui acquistare l'ampia rassegna dei migliori prodotti locali. Ciò senza pensare al patrimonio d'arte, d'architettura, di musei, di storia e di tradizione che le molte città italiane prossime ai luoghi del vino possono offrire al visitatore.
Insomma, un vino acquistato in occasione di un tour eno-turistico personale, ad ogni assaggio renderà il bonus di sensazioni e d'emozioni, l'arricchimento in competenza, umanità e consapevolezza, naturalmente derivata con profonda piacevolezza dalla circostanza vissuta.
Un'esperienza eno-turistica è una vacanza-vocazione che aumenta la sensibilità, la passione, la conoscenza, la comprensione.
Foto su gentile concessione del produttore Vanzini